La visita di Mario Draghi a Marina Berlusconi mi ha molto ricordato l'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi del 2010 quando il giovane sindaco di Firenze andò a Villa San Martino ad Arcore per incontrare per la prima volta il cavaliere.
Di quel pranzo si ipotizzò di tutto e irritò più gli elettori del PD che la sua classe dirigente come gli anni successivi lo testimoniarono.
E allora perché non fantasticare sui possibili argomenti del pranzo Draghi - Marina Berlusconi in pieno stile de L'incredibile cena dei fisici quantistici di Gabriella Greison.
Mario Draghi scruta l'orizzonte di un paesaggio che, velocemente, gli scorre davanti al vetro oscurato del bolide di ordinanza che lo trasporta all'ennesimo incontro informale. Lo sguardo fisso in un punto, i pensieri che si accavallano senza sosta. Sono tempi difficili sembra dire la sua postura, curva sui sedili posteriori in pelle. Lo percepisce anche Silvio il suo fido tutto fare di sempre. Ne hanno viste tante insieme e questa è solo un altro piccolo puntino nella costellazione del potere.
"Siamo arrivati dottore"
"Vengo subito ad aprirle la porta"
Draghi rimane impassibile e quando la luce fa capolino all'interno dell'abitacolo ha un leggero attimo di esitazione ma esce senza nessun tipo di aiuto. Tornato in piedi, una rapida stirata al completo blu oceano con i palmi delle mani e il suo sguardo subito a scandagliare il giardino alla ricerca dell'entrata.
Nessun commento sul viaggio, nessun accenno di ringraziamento per la guida sicura di Silvio, solo uno sguardo fugace d'intesa tra i due quando con passo sicuro e veloce si dirige verso l'entrata. Sull'uscio un uomo e una donna in divisa da maestranze ben retribuita per la loro assoluta ossequiosa discrezionalità.
"Benvenuto Dottor Draghi, la Dottoressa Berlusconi la sta aspettando"
"Buongiorno a voi"
"Prego da questa parte"
I due servi fanno da apripista e navigatore per i corridoi larghi e lunghi di una villa che sembra un labirinto. Lo sguardo di Draghi ora va sulle librerie traboccanti libri antichi, ora sugli arazzi orientali per finire sul soffitto con tali dipinti da farlo sembrare la copia in miniatura della cappella sistina.
"Uno dei tanti regali che mio padre mi ha lasciato" - una voce femminile decisa ma cordiale interrompe la camminata culturale a tre
"Suo padre aveva buon gusto, non solo per l'arte"
Lo sguardo di Draghi torna a essere orizzontale e con il braccio destro già proteso in avanti va incontro a Marina Berlusconi. Le due mani, ben curate per differenti motivi, si incrociano velocemente e con fermezza si assecondano vicendevolmente.
"Come è andato il viaggio?" - domanda di rito di una buona padrona di casa
"Molto bene...Silvio, il mio autista, è una garanzia ma non glielo dico mai...i sottoposti devono avere sempre la percezione di non essere indispensabili...altrimenti si montano la testa e la mia basta e avanza" - la risposta ecumenica di un cordiale ospite gradito
"Non sapevo che il suo autista si chiamasse Silvio.."
"I casi della vita..."
"Prego, mi segua"
Marina si volta di scatto e si avvia al tavolo già apparecchiato di tutto punto.
Due posti, l'uno a capotavola dell'altro. Il rispetto lo si dà a debita distanza.
Nessun altro invitato. La tavola non mente mai.
L'antipasto a base di tartare di salmone e verdure scottate alla piastra serve a iniziare a parlare degli aspetti della vita meno importanti: salute e famiglia. Marina e Mario parlano amabilmente di questi aspetti frivoli, a cui dedicano solitamente giusto il tempo tra un impegno e l'altro.
Il vermentino ligure frizzante e ghiacciato al tempo stesso è un ottimo invito alla cordialità.
La servitù si succede senza sosta su due linee separate ma interscambiabili. C'è chi è addetto al cambio dei piatti e delle posate e chi continua a rifornire la tavola di pietanze complesse e liquidi alcolici. Un brulicare di gambe e braccia che operano a ritmi serrati a cui i due commensali non fanno nemmeno caso.
"Dottor Draghi ho apprezzato moltissimo il suo rapporto sulla competitività dell'Europa"
"Abbiamo la stessa visione, peccato che al momento come governo non contiamo come dovremmo."
"La ringrazio Dottoressa, ho fatto la parte che mi è stata affidata con molto entusiasmo e professionalità. L'Europa è un processo irreversibile che va curato e difeso dai cattivi pensieri politici"
"Eh già, troppe persone che si credono statisti sono dei saltimbanchi oppure troppo cocciuti per ascoltare alcun consiglio da alleati fidati e di indubbia fiducia".
"Posso immaginare a chi si sta riferendo..."
I rivoli di fumo dei tortellini al brasato distolgono per un attimo l'attenzione su Bruxelles e la sua gestione. I cucchiai scintillanti si tuffano nel brodo per uscire con un fagottino di pasta e carne.
"L'Europa è sotto attacco, non ha una guida chiara, né politica né economica. Se mi posso permettere, le esternazioni di Tajani sono state inopportune"
"Ha ragione Dottore, ho già segnalato la questione a chi di dovere. Antonio ogni tanto esce a sproposito ma sta gestendo il partito in modo eccellente."
"Le questioni interne non sono di mia competenza, sono preoccupato per il futuro siamo schiacciati tra Stati Uniti e Cina."
"Lei si preoccupa troppo"
Il secondo piatto arriva in un baleno come un gioco di prestigio ben riuscito.
Filetto di manzo al pepe verde con contorno di patate arrosto. Una portata riuscitissima, talmente delicata da calmare i discorsi e degustarla con il silenzio da cerimonia che lascia il posto al rumore sordo di mascella e gola.
Il sorbetto al limone in chiusura di un pranzo informale nei contenuti ma di rappresentanza nella forma, porta con sé un'inaspettata sorpresa
"Dottor Draghi c'è bisogno di un cambio di passo anche qui da noi"
"Quando c'era lei la situazione era migliore, più controllata, più indirizzata anche in chiave europea."
"Siamo fermi, il PNRR ha notevoli ritardi e poi quelle riforme istituzionali sciagurate e non mi faccia parlare dell'economia"
Marina si ferma, perde per un attimo il controllo ma si ricompone subito nel suo tailleur verde smeraldo e continua
"Bisogna che chi detiene le briglie di questa carovana capisca che sta sbagliando, con le buone o con le cattive"
"Temo che continuerà per la sua strada seguendo i propri principi"
"La classe dirigente che ha intorno è poco competente e ideologica ma molto determinata e non sarà facile farle cambiare idea"
Il pranzo termina senza il caffè, troppo nervosismo porta con sé.
Marina si alza e si porta a metà del tavolo per invitare con il corpo Draghi al congedo. L'ex banchiere centrale capisce modi e tempi e si alza con impassibile aplomb di chi è stato nei consessi più importanti del mondo.
I due camminano uno affianco all'altro, ancora qualche chiacchiera sussurrata nel silenzio ovattato di stanze che rimangono troppe sole nella settimana. Un'ultima svolta a destra per arrivare al corridoio finale per incrociare, prima del commiato, Gianni Letta
"Ci penserà lui dottor Draghi, come ha sempre fatto".
Uscendo dal romanticismo di un racconto che con molta probabilità non è mai esistito nei toni e nei modi descritti è indubbio che un incontro del genere ha fatto molto rumore, ha generato dibattito e ha innervosito non poco Giorgia Meloni che ha chiesto spiegazioni a Mario Draghi.
Il suo governo sta cuocendo a fuoco lento, un logorio mentale e strategico che denota come l'attuale presidente del consiglio non ha ancora l'esperienza per gestire un potere che in Italia si regge su intrighi, accordi notturni e colpi bassi a cui si deve sempre rispondere prontamente.
Più il tempo passa più quella sua frase "io non sono ricattabile" le si sta ritorcendo contro, accentuando quella sua paranoia del non fidarsi di nessuno se non dei parenti (ma anche quelli stanno crollando).
È indubbio che non sia mai scoccata la scintilla tra Giorgia Meloni e Marina e Piersilvio Berlusconi e questa situazione si sta attorcigliando giorno dopo giorno e vedremo se con la nuova finanziaria la situazione peggiorerà.
Sullo sfondo rimane il popolo dei votanti spettatore impotente che assiste ogni giorno a scandali, situazione grottesche, rivendicazioni di incompetenza a suon di slogan ideologici a cui ha affidato il suo prossimo futuro a gente che non pensa nemmeno un minuto al bene pubblico.
IN BREVE 💥
Gattari. Per certificare il declino del potere USA nel mondo basta ascoltare il dibattito sui gatti mangiati dai terribili haitiani in quel di Springfield, Ohio. I due candidati alla Casa Bianca si rimbalzano accuse e battute su una “fake news” che ha ragione di esiste perché da quelli parti (e non solo) non hanno la più pallida idea su come governare una popolazione sempre più credulona e divisa.
Suv. Vieni scippato, prendi la macchina per inseguire il ladro e dopo poco lo raggiungi per investirlo volontariamente per ucciderlo. Vicenda chiara che dovrebbe mettere d’accordo tutti e invece altri fiumi di parole sulla legittima difesa, sugli scippatori, sui migranti, sui balneari. Solito minestrone di un Paese incivile nell’anima.
Pifferaio. Del nuovo Ministro della Cultura Alessandro Giuli avevamo solo l’immagine dell’ospite di destra pacato e cordiale da Lilli Gruber a 8 e mezzo. Poi le prime crepe per la nomina del Maxxi e ora, da Ministro, sta saltando fuori di tutto. Il suo libro su Gramsci e l’egemonia di sinistra, poi le sue simpatie per i riti pagani racchiusi in un video in cui lo vediamo seduto in un campo di grano che suona un flauto per invocare la Dea Dia, divinità pagana (romana), per fecondare la terra. Potevano nominare di peggio, di meglio era impossibile non ne hanno mai avuti, soprattutto quando di parla di Cultura.
COSE BELLE DA LEGGERE, VEDERE, ASCOLTARE 💚
Tre Cime di Lavaredo con la racchetta d’oro di Sinner nei cancelli del paradiso (La Stampa)
Disponibile a qualsiasi cosa (Wittgenstein)
L’Irlanda non sa cosa fare dei 13 miliardi di euro che riceverà da Apple (Il Post)
COSE BELLE PER CUI COMBATTERE 🦾
Salviamo Officina Pasolini (firma qui)
In difesa del parco Don Bosco (bologna today)
Libertà per Nicoletta Dosio (firma qui)