C'era un tempo in cui il viaggio era l'aspetto più importante. Poche informazioni, molti sogni e speranze. Il luogo era scelto a caso, o perché qualche amico ve ne aveva parlato con gli occhi luccicanti, o per quel libro che ve lo aveva fatto desiderare senza una spiegazione logica.
Si viaggiava prevalentemente da soli o in coppia, con il sacco a pelo, autostop con il pollice speranzoso, si prendevano corriere scassate che si inerpicavano curva dopo curva verso comunità abbarbicate su pareti di roccia che, a volte, venivano baciate dal sole.
La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte. (Omar Khayyâm)
I motivi di chi viaggiava erano molteplici, personali, a volte solo da loro compresi, altre volte lo si faceva senza un perché. Si andava certamente a scoprire culture diverse, posti nuovi in cui comprendere e rispettare le usanze locali, contaminarsi con esse, in punta di piedi come ogni straniero dovrebbe fare come forma di rispetto per se stesso e per chi gli sta dando ospitalità.
Un letto comodo, un bagno decente e un pasto caldo e poi infiniti chilometri con gli occhi curiosi e il cuore aperto al diverso, a quella novità che ti porrà nuovi dubbi esistenziali ma anche strade alternative per vedere il mondo.
Oggi tutto questo è quasi scomparso, il viaggio è diventato turismo, di massa, organizzato al secondo, le mete scandagliate con i satelliti, gli hotel extra lusso che ti ospitano solo con la carta platinum, la prenotazione come unico biglietto da visita.
Alla meraviglia si è sostituita la certezza.
Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi. (Anonimo)
Si viaggia per vivere la stessa vita ma in un altro posto, più esotico, più “istagrammabile” con i soliti comfort, scambiando qualche frase di circostanza con l’esausto personale di servizio e descrivendo ogni attimo, identico a quello precedente, sui diari digitali dei social.
Poche volte sto sentendo descrizioni di vacanze in cui l’esperienza umana è al centro del discorso, in cui le emozioni che un luogo ti ha dato vengono descritte con fiumi di parole accorate e sentite. Mi vengono descritti i piatti ingurgitati a getto continuo, quanto erano gradevoli le bollicine dell’idromassaggio, vengono mostrati i cimeli del conquistatore quali la tazza porta penne, la clip da frigo e l’immancabile maglietta/felpa con il cuore rosso lovvoso garanzia di quanto amiamo la città di cui abbiamo visitato solo il centro (commerciale).
Non vogliamo fare più fatica nemmeno quando siamo in vacanza, spostarsi per rimanere immobili, tutto a portata di mano e di bocca, ricreando un mondo artificiale che ci faccia stare a nostro agio non rispettando più chi, in quel posto che ci sta ospitando, ci vive. Ci mettono paura sull’invasione dei migranti ma non ci stiamo accorgendo che la vera invasione è quella turistica. Cavallette consumistiche che sbarcano all’impazzata con la pretesa del servizio, si accampano nel centro storico cittadino a suon di affitti brevi dai prezzi stellari. Pretendono ristoranti in ogni angolo, negozi di souvenir dalla chincaglieria di dubbia qualità e fotografano il superfluo, non guardano, scorrazzano qua e là in attesa dell’aperitivo.
Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole. (Charles Baudelaire)
Non si è più abitanti della propria città, come a Malaga che ogni anno vede 14 milioni di turisti appropriarsi di tutto. Soldi in cambio della totale inagibilità delle strade che un tempo consentivano socializzazione e sentirsi parte di una comunità che oggi si sta desertificando. E allora non resta che resiste, protestare, mettere in atto battaglie culturali geniali che possano smuovere le coscienze intorpidite di chi dovrebbe essere il primo cittadino sul fronte del bene comune.
Volevo provare a diventare un nomade digitale, lavorare in una piccola comunità per sfuggire dal caos metropolitano ma i rischi di contribuire all’innalzamento del costo della vita sono troppo alti. Ci andrò da semplice viaggiatore, in punta di piedi, rispettando il luogo, esplorando i posti culturali più suggestivi non preoccupandomi di dove andrò a mangiare, ascolterò le persone non pensando alla recensione, al giudizio, al punteggio da dare ma cercando di capirle, anche nella diversità di vedute.
Mi metterò in cammino, faticando a ogni passo lontano dalla mia zona di comfort per fare esperienze diverse necessarie per trovare nuovi orizzonti a cui guardare per continuare la strada verso una vita più felice.
Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda. (Italo Calvino)
IN BREVE 💥
Dio non può riposare. Pioltello da anonima e grigia cittadina dell’hinterland milanese è diventata l’ombelico del mondo per un giorno contestato. Il consiglio d’istituto Iqbal Masih ha deciso, all’unanimità, di sospendere le lezioni il 10 aprile per la fine del Ramadan. La politica (Regione, Governo) s’incazza e inizia la consueta battaglia ideologica medioevale in difesa non si sa di che cosa: del cristianesimo? Del diritto allo studio? Contro i musulmani? Stiamo parlando di un singolo giorno, senza nessuna protesta dei diretti interessati: studenti, professori, genitori. Bisogna sempre e solo rompere i coglioni, altrimenti come possono giustificare il voto preso?
L’ Africa muta. E’ arrivato il 30esimo anno dall’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin in Somalia. Mentre per l’esecuzione di Giulio Regeni in Egitto siamo arrivati al 7imo anno. Giovani, curiosi del mondo, affamati di verità e giustizia sono morti senza un perché abbandonati da quello Stato che continua imperterrito a dire frasi di circostanza e fare affari con chi, senza provare la minima vergogna, non fornisce risposte. Rappresentate solo voi stessi.
Voto. Hanno destato scalpore le frasi di Salvini sulle elezioni in Russia. A mio avviso ha solo scoperchiato il vaso di pandora sull’effettivo potere del voto. I cittadini, sia nelle autarchie che nelle democrazie rappresentative, delegano esclusivamente le decisioni a rappresentanti politici che prenderanno decisioni senza più considerarli. La governabilità ha scacciato la rappresentatività, basta guardare come Netanyahu, democraticamente eletto, possa tranquillamente compiere un genocidio.
COSE BELLE DA LEGGERE, VEDERE, ASCOLTARE 💚
Elezioni in Russia è Putin che ha stra vinto o l’occidente che ha stra perso? (Pubble)
Tumor Valley, un video prodotto dall’intelligenza collettiva delle lotte in Emilia-Romagna (Giap)
Il flâneur nell’era di Google Maps (Rivistastudio)
Beckham (Netflix)
COSE BELLE PER CUI COMBATTERE 🦾
Salviamo Officina Pasolini (firma qui)
Riportiamo in Italia Ilaria Salis (firma qui)
Le ciclovie che fanno schifo (alpinismo molotov)
Siamo arrivati alla fine, spero di avervi fatto riflettere sul viaggio 🚴 In ogni caso ci risentiamo lunedì prossimo per nuove idee e spunti di riflessione, buona settimana!