Vita di plastica
Siamo impegnati a far sapere come viviamo, senza chiederci se lo vogliamo veramente.
Lina Mukherjee, nota tik toker indonesiana è stata condannata a 2 anni di carcere (e a pagare 250 milioni di rupie indonesiane (all’incirca 15mila euro) equivalenti a circa quattro volte il salario annuo pro capite) per aver recitato una preghiera musulmana prima di assaggiare carne di maiale.
La notizia in se non desta indignazione: l'Indonesia è una teocrazia islamica che sta continuamente inasprendo il proprio codice penale per schiacciare le minoranze religiose e punire i propri cittadini che si dimenticano troppo spesso di non rispettare alla lettera i dettami di Maometto.
La vera riflessione da iniziare a fare, invece, è il perché abbiamo accettato volontariamente di pubblicare tutta la nostra vita attraverso i social senza considerare minimamente i rischi che corriamo.
Possiamo tranquillamente affermare che i social network sono, nella società moderna, l'occhio del potere perennemente puntato su cosa e il come stiamo facendo nella nostra vita. Ogni attività è un flusso d'informazioni che parla di noi a perenne disposizione dei padroni del vapore: tecnologico, economico, politico, giudiziario.
Se per le dittature zittire il dissenso è molto facile visto che possono chiedere direttamente ai piani alti anche nelle democrazie occidentali questa opportunità non ha strettamente bisogno dell'iter giudiziario (sempre troppo lungo per gli odierni tempi digitali) visto che la condanna viene "eseguita" attraverso la delegittimazione dell'immagine pubblica della voce fuori dal coro. Ultimamente anche la coppia più idolatrata e commentata dal "popolo dei like" non se la stanno passando affatto bene.
Il meccanismo è semplice: caschi su una buccia di banana, ti attaccano con toni moralistici, tenti di scusarti con il solito video tutta immagine e poca sostanza e infine chi ti teneva al guinzaglio, attraverso il capitale, lo sgancia innescando un effetto a valanga.
Non hai più difese, il tuo successo digitale e la tua vita reale, coincidendo, perdono contemporaneamente di valore e senso.
La prima reazione possibile è il silenzio per far passare la buriana, poi si dà un'intervista esclusiva alla trasmissione più cool del mainstream per fare la vittima, la penitente piangente che ha capito i suoi sbagli e ha già iniziato a redimersi aprendo il portafoglio in attesa di elaborare una nuova immagine da sfoggiare.
Ci potrebbero volere solo pochi mesi o interi anni o addirittura non avere più una seconda possibilità.
Il compagno ti lascia, perde il controllo di un podcast famoso che faceva parecchi ascolti soldi, sfoggia la solita riccanza da maranza, per finire in RAI (dopo che anni prima gli aveva sbattuto il telefono in faccia) nell'altra trasmissione cool (quella in cui tutti si aprono e piangono alle tremende domande della conduttrice robotica) per tratteggiare un profilo non proprio idilliaco della moglie e fare mea culpa sull'esposizione dei due figli minorenni sui social.
Già i figli. Sono stati esposti fin dalla loro nascita nella fiera dell'apparenza digitale senza nessuna precauzione, come se fossero già adulti, come se avessero già acquisito la consapevolezza del corpo e dell'io. Con le disgrazie si è improvvisamente passati con il fotografarli di spalle, senza più una faccia. Eppure i rischi terribili erano e sono ancora lì ogni giorno per tutti i genitori influencer (anni fa erano in blu jeans ed erano molto più divertenti e spensierati).
Parliamo tutti i giorni di fare più figli ma in pochi si interrogano di come educarli, cosa insegnarli, spiegargli il mondo in cui vivono e capire quando difenderli e quando è giusto che soffrono per le scelte che hanno fatto.
Non abbiamo più in mano la nostra vita, schiacciata da un lavoro troppe volte alienante o imbalsamati a simularne una diversa nel mondo digitale, dove ogni maschera ha la stessa volubile dignità di un click.
IN BREVE 💥
Privilegi di classe. Il turismo di massa è una sciagura per le città, soprattutto per chi ci vive. I sindaci hanno barattato la vivibilità dei cittadini (che dovrebbero rappresentare) con il denaro del turismo che ha alzato il costo della vita, reso la città a misura di turista (e non di chi ci abita) e la ricaduta in servizi è assai scarsa (nessuno che ne chiede conto agli stessi sindaci). A Venezia provano con il biglietto d’ingresso ed è un po come svuotare il Canal Grande con un secchiello. Si agisce sulla leva economica, se vuoi farti un sabato in gondola paghi, non è più un tuo diritto di cittadino italiano, meglio stare una settimana, in hotel di lusso, magari sbarcando da una fortezza d’acciaio che inquina come se non ci fosse un domani. Tu chiamalo, se vuoi, classismo.
Otirem. Il segreto di pulcinella è finalmente caduto: Il generale Vannacci si candida alle europee in quota Lega. Lo aveva anticipato Report qualche mese fa. Ancora una volta il processo di selezione dei candidati si basa sulla popolarità e non sulla competenza. Guarda caso da quelli che fanno del “merito” un valore, ma lo applicano sempre al contrario.
Democratura. Mentre l’Ungheria continua a tenere in ostaggio Ilaria Salis per fini politici e identitari ricevendo in cambio solo qualche ramanzina, la Slovacchia vuole abolire l’emittente pubblica e sostituirla con un’altra controllata dal governo stesso. Allargare l’UE ai paesi dell’Est è stata una pessima idea.
COSE BELLE DA LEGGERE, VEDERE, ASCOLTARE 💚
Daniele De Rossi sta subendo un processo di beatificazione senza senso. E questo non va bene (Rivista Contrasti)
Emiliano Sala anche da morto non trova pace e ci fa capire come la sete di profitto non si fermi davanti a nulla (L’Ultimo Uomo)
Anche i bagni entrano nella battaglia contro il patriarcato (Raffaella Silvestri)
Fallout non è un capolavoro ma una serie molto interessante per ambientazione e personaggi non banali (Amazon Prime)
COSE BELLE PER CUI COMBATTERE 🦾
Salviamo Officina Pasolini (firma qui)
Riportiamo in Italia Ilaria Salis (firma qui)
In difesa del parco Don Bosco (bologna today)
Siamo arrivati alla fine, spero di avervi fatto riflettere sulla vita 💫 In ogni caso ci risentiamo lunedì prossimo per nuove idee e spunti di riflessione, buona settimana!